Il mondo che cambia è anche questo, usare il Google Calendar, G Ca in gergo, come app di dating, saltando tutta una serie di fasi, ovviamente, che comunque sono importanti anche se la persona che vogliamo invitare questa sera ci conosce bene. Ma andiamo con ordine.
Il G Ca nella vita della Gen Z sta assumendo una funzione sempre più importante. I ragazzi, in particolare gli studenti universitari, che come si può immaginare hanno una vita molto piena a causa anche degli impegni di studio, hanno cominciato usando il calendario per organizzare qualsiasi loro attività, non solo quelle scolastiche.
Secondo delle interviste informali raccolte su questo tema, agire così permetterebbe di avere tutto sotto controllo e di non dover fare sforzi per ricordare i propri impegni. Basta un’occhiata e si sa esattamente come si è messi.
E quindi questa è decisamente una facilitazione e semplificazione.
Il secondo passaggio è avvenuto quando molte università hanno cominciato a permettere agli studenti di condividere i loro calendari.
Anche in questo caso l’intento era di semplificare, di facilitare. Lo studio prevede molte attività comuni, per non parlare delle attività sportive, molto importanti nelle università americane.
Poter vedere il calendario di un proprio compagno di studi o di sport rende più facile programmare anche la propria giornata.
Poi è venuto il terzo passaggio.
Difficile sapere quando è avvenuto esattamente, certo è che oggi è sempre più comune che gli studenti usino G Ca per inviare inviti a uscire, per passare una serata ma non solo per questo.
La rapidità dell’invito, il fatto di non dover necessariamente scrivere molto, permette di lasciare tutto per aria, di lasciare tutte le strade aperte. Chi vivrà vedrà.
Toglie poesia e nello stesso tempo lascia mistero.
Il trend al momento, sempre basandosi su interviste libere perché non esistono metriche e numeri, è abbastanza controverso.
Sembrerebbe che l’accoglienza di questo modo di fare dating, possiamo definirlo così, stia spaccando in due il mondo della Gen Z, dividendolo fra chi apprezza e si sente anche intrigato dal mistero delle reali intenzioni di chi invita, e chi trova il tutto troppo grezzo, grigio, privo di poesia, di fantasia.
Comunque in un articolo che il Wall Street Journal ha dedicato a questo argomento si citano già diverse storie d’amore, o quanto meno delle relazioni, cominciate con un semplice invito su G CA.
Certo è che un modo così sbrigativo per costruire un appuntamento sarebbe stato più adatto negli anni ’80, o nel pieno della rivoluzione sessuale degli anni ’60, e ovviamente stiamo parlando del secolo scorso. Lo troviamo molto poco centrato su una generazione, quella odierna, che secondo le ricerche starebbe riscoprendo il valore degli incontri in presenza e del romanticismo. O forse, semplicemente, come sempre, nella vita non cambia mai niente e c’è spazio per tutto. A ciascuno il suo percorso, e più sono le possibilità offerte, meglio è.