Grindr: sempre più pesanti e sembrerebbe sostenute da prove le accuse di violazione della privacy

La privacy, questa sconosciuta. Almeno nel territorio delle tante app, anche quelle che usiamo comunemente. Che cosa facciano con i nostri dati, è un mistero. No, sbagliato, non è un mistero cosa facciano, lo è a chi li danno. E, purtroppo, spesso, nemmeno questo caso.

Come nel caso della celebre app di dating Grindr, la più usata nel mondo LGBTQR+.

Grindr da diversi anni è alle prese con una causa molto particolare: una class action intentata da diversi utenti, addirittura nel maggio del 2022, quando alcuni utenti hanno presentato una istanza al tribunale di Londra, accusando l’app non solo di aver condiviso i propri dati, ma addirittura in particolare quelli di loro che erano sieropositivi all’HIV.

La condivisione sarebbe avvenuta, manco a dirlo, con alcune grandi aziende farmaceutiche. Il risultato è stato una serie di azioni commerciali che hanno ulteriormente squilibrato persone che erano alle prese con una condizione estremamente vulnerabile.

Da allora la causa non è ancora avanzata di molto, ma è tornata a fare notizia perché poche settimane fa il numero degli utenti che si sono uniti alla class action è aumentato ancora, raggiungendo il considerevole numero di 670 (ma ci si aspetta che il numero possa crescere ancora).

Nelle prove a carico di Grindr, e alla base dell’azione giudiziaria, ci sarebbero alcuni documenti interni trapelato nel web. Da questi documenti sarebbe chiaro, a dire di chi ha intentato la class action, che Grindr avrebbe condiviso informazioni riservate sui suoi utenti con terze parti. Addirittura pare che ci sarebbe il tipo di classificazione utilizzato da Grindr per schedare i propri utenti.

Ai documenti presentati, si sono poi aggiunte anche testimonianze di impiegati di Grindr. Alcuni dipendenti hanno dichiarato di aver personalmente assistito alla condivisione di documenti riservati.

Dal canto suo Grindr nega con decisione qualsiasi accusa, affermando di aver sempre rispettato la privacy dei propri utenti.

Come che sia, l’unica certezza, oltre al fatto che se le accuse dovessero essere provate seguirà un bagno di sangue, economicamente parlando, per Grindr, è che in qualsiasi modo si risolverà la causa, porterà delle novità nel modo in cui le app di dating gestiscono le informazioni dei propri utenti.

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