Arriva dall’Inghilterra la novità del mondo del dating, un’app che cerca di sfruttare la crisi dei grandi player e la voglia degli utenti di cambiare l’esperienza di questa particolare modalità di incontri. Arriva dall’Inghilterra e prova, per ora, a sbarcare a Milano.
Si chiama DineMe e parte da una idea molto semplice: qual è la situazione in cui le persone legano e rompono il ghiaccio più facilmente (Ad eccezione dei libri, of course)? La risposta è facilissima, eventi legati al cibo e alla tavola, magari con l’aggiunta di un buon vino.
Detto fatto, DineMe ha fatto 2+2 e propone una divertente soluzione di dating. Chi scarica l’app ha due possibilità: organizzare un evento legato al cibo, quindi un aperitivo, un apericena, meglio ancora una vera e propria cena, proporre il luogo, il menù, oppure può iscriversi, partecipare a un evento organizzato da altri.
Ma chi paga? L’organizzatore dell’evento può scegliere fra due modalità (Ma non è difficile immaginare quale sarà la strada scelta): stabilire una quota di partecipazione oppure offrire l’evento a una determinato e soprattutto limitato segmento di persone.
L’idea è molto bella. E pare che in Inghilterra stia anche funzionando. Mentre la scelta di Milano è dovuta a due fattori: certamente la possibilità di spesa di chi la abita, ma anche la percentuale di single presenti in città. Oltre il 56% degli appartamenti è abitato da una sola persona.
Vedremo come andranno le cose. Certo, fra l’andare una sera in un locale sperando di conoscere qualcuno e andare a una cena dove si mangia e, immaginiamo, si beve bene, la scelta sembrerebbe facile. Sembrerebbe. Perché in un locale ti muovi a fai quello che vuoi. Se non ti interessa nessuno, magari te ne vai. Una cena è un evento molto, come dire, intimo. Impone un altro livello di interazione, soprattutto se la cena avviene a tavola, quindi non con un buffet, la tua esperienza dipenderà da chi ti trovi vicino di posto. Ripetiamo: stiamo a vedere.
Quello che incuriosisce veramente, invece, è da dove l’app trae le sue entrate, poca o tante che debbano essere. Chi paga, in altre parole.
Non sembra esserci un abbonamento, al momento. E quindi? Ma torneremo sull’argomento, perché in questa semplice domanda potrebbero nascondersi tante trappole.
Quello che è certo, è che l’idea è molto bella. Per la terza volta: stiamo a vedere.