Bello ed elettrizzante conoscere un nuovo possibile partner, o addirittura una persona che sembrerebbe poter essere l’anima gemella. Ma quanto è rischioso tutto questo?
Non tantissimo, ovviamente, ma qualche rischio, come in qualsiasi cosa, esiste. E quindi perché non fare di tutto per ridurre a zero questo rischio?
È stato questo il ragionamento fatto da Nick Saris quando ha ideato DuoDate, la nuova app di dating che permette di costruire i match in coppia.
Sì, avete capito benissimo, i profili vengono inseriti in coppia, e chi cerca, naturalmente, deve farlo in coppia, o quanto meno se trova qualcuno di suo interesse darsi da fare per trovare un amico o un’amica che possa apprezzare l’altra metà del profilo.
Grande idea, se ci pensate bene. Intanto porta il dating in una dimensione social. La più privata delle attività, improvvisamente si apre al mondo. E poi, quanto ci si sente più a proprio agio incontrando una persona sconosciuta insieme a un amico o a un’amica? Quanto riesce più facile la conversazione?
Ok, certo, c’è anche il rischio contrario. Che un match non riuscito fra due dei quattro possa affondarne uno riuscito. Ma nessuno impedisce alla coppia appena nata di reincontrarsi. E se sono rose, come si suol dire.
Scherzi a parte, Tyler Mille, cofounder di DuoDate, ha raccontato che ci sono voluto ben 13 mesi per creare l’app e arrivare a lanciarla sul mercato del dating. Ma in fondo cosa sono 13 mesi di fronte a un grande, bel progetto? E possiamo ben dirlo noi di ReadMeet, che, come sapete, altro che 13 mesi abbiamo dovuto impegnarci per vedere la nostra app pensata per i lettori di libri sugli store.
Comunque, quello che è certo, è che l’entusiasmo dei due ragazzi meriterebbe di essere premiato.
Per ora non ci sono ancora numeri certi. Non si sa come sta andando, DuoDate. Aspettiamo di saperne qualcosa di più, di capire come è stata l’accoglienza da parte del pubblico, per esprimerci.
Quello che è sicuro, è che l’idea è veramente molto ma molto bella. In bocca al lupo a DuoDate.
